La riduzione del flusso di sangue e l’aumento della temperatura corporea sono strettamente correlati all’entità della disidratazione.
Una perdita di liquido di solo l’1% della massa corporea comporta un incremento della temperatura rettale con lo stesso esercizio realizzato a normale idratazione.
Per ogni litro di sudore perduto, la frequenza cardiaca, a parità di carico di lavoro, aumenta di 8 b – min-1 e con una corrispondente diminuzione della gittata cardiaca di 1 L*min-1.
Una perdita d’acqua del 4-5% della massa corporea pregiudica la capacità di lavoro fisico e le funzioni fisiologiche.
Gran parte dell’acqua che viene persa attraverso il sudore deriva dal plasma, quindi la funzione circolatoria si riduce progressivamente all’aumentare della perdita del sudore.
La perdita di fluidi coincide con:
- diminuito volume di plasma;
- ridotto flusso ematico cutaneo per una data temperatura interna;
- ridotta gittata cardiaca: aumento compensatorio della frequenza cardiaca;
- generale riduzione dell’efficienza circolatoria e termoregolatoria durante l’esercizio fisico.
Ad esempio, una disidratazione pari al 4,3% della massa corporea riduce del 48% la resistenza nella marcia e una concomitante diminuzione del 22% del Vo 2max.
Questi stessi esperimenti hanno dimostrato che una riduzione dell’1,9% della massa corporea comporta una riduzione della resistenza (-22%) e del Vo2max (-10).
Chiaramente, anche una modesta disidratazione induce un’alterata termoregolazione durante l’esercizio.