Il sale è il più usato e semplice dei condimenti.In Italia il 95% del sale che si utilizza è di origine marina, mentre in molti Paesi esteri si usa maggiormente il salgemma.
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Il salgemma, che viene estratto dal sottosuolo, è composto esclusivamente da cloruro di sodio;
il sale marino integrale, invece, possiede anche una piccola quantità di preziosi minerali:
magnesio, calcio, potassio e iodio, la cui azione è fondamentale per il benessere dell’organismo.
La raffinazione priva il sale marino della maggior parte dei suoi sali minerali.
Si ritiene che il desiderio di cibi salati sia causato principalmente da una mancanza nel sale di oligoelementi (minerali presenti in piccolissime quantità), che sono invece presenti nel sale marino grezzo.
Di conseguenza, consumando abitualmente il sale marino integrale, diminuisce la necessità di salare i cibi.
Di quanto sale abbiamo bisogno:
Il consumo di sale non dovrebbe superare i 5 g al giorno.
Nella dieta tipica dei Paesi industrializzati se ne consumano invece dei 12 ai 15 g: un cucchiaino di sale pesa già 2 g.
E’ quindi molto difficile che si abbia una carenza di sale.
Durante i mesi caldi, quando si suda molto e si verifica una notevole perdita di sale, può essere necessario aumentarne il consumo.
Ma è proprio vero che il sale fa male?
Numerosi studi sono stati pubblicati per stabilire se il sale faccia male alla salute, ma i risultati sono contraddittori.
Da alcuni studi sembra risultare che il sale sia responsabile di malattie cardiocircolatorie.
Si è però osservato che alcuni popoli, grandi consumatori di sale, come per esempio i giapponesi, non sono particolarmente soggetti a malattie di cuore.
Oggi è convinzione comune degli studiosi che non sia tanto il sale in sé a essere responsabile di molte malattie degenerative, quanto piuttosto lo squilibrio tra sodio e potassio, caratteristico dell’alimentazione moderna.
Va ricordato che l’equilibrio tra il sodio, contenuto nel sale, e il potassio, contenuto in prevalenza nei vegetali, è fondamentale per la vita delle cellule dell’organismo.
Nell’uomo, il sodio deve rimanere sempre al di fuori delle cellule, disciolto nei liquidi dell’organismo.
Il potassio, invece deve restarvi all’interno.
Quando avviene l’opposto, è segno che le cellule hanno cessato di funzionare in modo corretto: non vi è più produzione di energia vitale, e la cellula muore.
Il segreto per mantenere l’integrità delle cellule, riducendo così il rischio di malattie cardiocircolatorie, sta quindi nel preservare l’equilibrio tra sodio e potassio.
In cucina:
Il sale è utilizzato come conservante e insaporente di molti alimenti, soprattutto nei salumi, nei formaggi e in molti prodotti conservanti.
Quello che aggiungiamo cucinando è solo una piccola parte del sale che consumiamo.
Attenzione!
A tutti coloro che soffrono di pressione alta o di aterosclerosi e, in genere, agli anziani, è comunque consigliabile ridurre i cibi ricchi di sale e aumentare in modo significativo il consumo di verdure e frutte fresche.